La paura della polvere. Sebastiano Dell'Arte, Galleria Six

Non molto tempo fa mi sorprese la dichiarazione di una giovane gallerista :

" Voglio evitare le mostre polverose, che mi piaccia o no , voglio fare mostre di giovani artisti stranieri , portatori di novità e senza un granello di polvere".

Mi sono sempre  lasciato incantare dalla polvere e una tale dichiarazione mi lascio' atterrito , ma soprattutto non capii bene cosa volesse significare.

La polvere e la necessita' di cogliere la sfumatura sono state alla base della mia sensibilità. La percezione sottile di un pensiero autentico, di un linguaggio artistico portatore  del presente e del futuro non può prescindere dalla polvere del passato, dalla memoria del tempo .

Bloccare il tempo in un opera d'arte e' prerogativa unica del grande artista. Un pensiero che non possa mai esaurirsi, capace di determinare continue scoperte non può esistere senza la polvere del tempo  di ieri e di domani.

 

Ho sempre visto nell'amore che aveva Morandi per la polvere tutta la sua grandezza. 

Penso che molta dell'arte contemporanea prodotta dalle giovani generazioni, in tutte le molteplici espressioni linguistiche, viva oggi nel timore di essere esclusa dai linguaggi più "glorificati" del sistema centrale,  rifugiandosi , in tal modo, in quello che considero una vera e propria accademia del contemporaneo . 

Una maniera del fare che colloca molta dell'arte contemporanea in un vero e proprio guado della ricerca. 

Ciò ha creato nei mercati , nuovi contesti e nuove dinamiche perseguibili e legate non più all'appagamento e approfondimento dell' utopia dell'arte, quanto più ad esigenze "altre" strettamente legate al profitto .

Una retorica riflessione la mia...certo . 

Ma quanta retorica oggi nell'arte ?

Sebastiano Dell'Arte